Nata a Gaeta il 17 Marzo 1949. Coniugata con L'ingegner Marco Clementi

DAL CURRICULUM:

  Presentazione del Romanzo al Parlamento Europeo a Roma

  I Premi Vinti

martedì 16 luglio 2013

Presentazione del Libro di Anna Manna “Una Città, un Racconto” SPOLETO 2013

 


 
foto_spoleto
 
SPOLETO - VEDUTA DELLA ROCCA
 
 
SPOLETO – DUOMO
 
 
 
LA LOCANDINA DELL’EVENTO
 
 
FOTO DELL’EVENTO
 
 



 
 
MAGGIO SANTIVESE
 



S. Ivo Alla Sapienza
 


     
 
 






 

 
 
 
 
     
 

lunedì 3 giugno 2013

SETTIMANA SANTIVESE

COMUNICATO STAMPA
I racconti di Anna Manna a Sant’Ivo alla Sapienza Nei giorni scorsi a Sant’Ivo alla Sapienza, nell’ambito del MaggioSantivese ed organizzato dal Centro culturale Paolo VI, si è tenuto un importante appuntamento culturale. La Casa Editrice Nemapress ha presentato il libro di Anna Manna “Una città, un racconto in cui il brano intitolato “L’inquietante profumo della polvere” è ambientato proprio nella Biblioteca di Sant’Ivo alla Sapienza.
L’incontro si è aperto coi saluti di don Mauro Mantovani, direttore del Centro culturale Paolo VI, collegato con la Pastorale culturale del Vicariato di Roma.
Del libro hanno parlato Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari nonché direttrice editoriale della Nemapress ed ovviamente l’Autrice che ha motivato la scelta di collegare città d’arte e luoghi cari alla propria biografia, con storie immaginarie in cui il leit motiv è sempre l’io narrante femminile ed il vissuto emozionale della realtà.
I racconti di questo libro, che in parte erano stati pubblicati sul sito letterario www.centonewslibri.it, grazie ad un’idea della stessa Anna Manna ed al coinvolgimento organizzativo dell’Associazione Italiana Amici del Libro, ha dato origine al concorso letterario “Italia mia - Viaggio sentimentale in Italia”, aperto alle sezioni di narrativa (giuria presieduta da Neria De Giovanni) e di poesia (giuria presieduta da Corrado Calabrò).
La serata culturale si è trasformata in un vero e proprio cenacolo di intellettuali e persone che lavorano per e con la letteratura. Tra gli altri segnaliamo Giancarlo Dosi, presidente dell’Associazione Amici del libro, Ennio De Risio già direttore delle Biblioteche di Roma, Angelo Sagnelli, responsabile culturale dell’Antico Caffè Greco, Alessandra Bonanni, coordinatrice culturale della società Multiolistica, Claudio Milza del Poligrafico e Zecca dello Stato, Elisa Manna responsabile comunicazione del Censis, Tiziana Grassi, giornalista e scrittrice, Fausta Genziana Le Piane, critica letteraria, Mauro Milesi poeta scrittore operatore culturale, Antonio Mendoza giornalista dell’Associazione stampa estera, Stefano Solinas dell’Ordine Nazionale della Stampa e Massimo Milza giornalista e dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Particolarmente applaudite le interpretazioni dell’attrice Maria Concetta Liotta e dell’attore Luca Milesi che hanno letto alcuni brani dei racconti tratti dal libro di Anna Manna “Una città, un racconto. EDIZIONI NEMAPRESS
Presentazione all'interno della Settimana delle scienze educative
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martedì 12 marzo 2013

ELIO PECORA

«L’uomo esiste solo da qualche millennio». Incontro con Elio Pecora. La poesia come educazione ai sentimenti

A cura di 100newslibri.it

[ 18 febbraio 2012 ]Pubblicato in: Letteratura, VETRINA

elio-pecora

(18 febbraio 2012) «I poeti – afferma Elio Pecora in questa intervista di Anna Manna – siedono tutti intorno alla stesso tavolo: Saffo e Catullo, Leopardi e Saba. Altrimenti perché continueremmo a leggerli, perché continuerebbero a parlarci?».

Elio Pecora: La poesia come educazione ai sentimenti

intervista a cura di Anna Manna

****

Quali sono le nuove inquietudini in poesia?

Sono quelle di sempre. Anzitutto arrivare ad esprimersi, raggiungere l’altro, consegnare quel che preme dentro e diventa, per dono e per fatica, parola durevole ed esatta. Quindi, nella forma raggiunta, tenuta, portare la sostanza: impasto di paura e di ebbrezza, di conoscenza e di mistero.

Di cosa dovrebbe avere paura l’uomo moderno? E che cosa teme?

Le paure sono tante e sono cresciute, per un più di informazione e forse di oscura consapevolezza. Paura della precarietà dell’esistere, del vortice di negatività che alligna nella società umana, della dispersione dei valori: quelli per i quali il meglio dell’umanità s’è adoperata lungo i millenni: il rispetto di sé e dell’altro, il bene della conoscenza, e tutto quanto comportano … ed è tanto.

Dove Le sembra di scorgere la nascita di un nuovo linguaggio, di un nuovo modo di esprimersi?

Non credo nei nuovi linguaggi, ma solo nei nuovi strumenti di comunicazione. La storia dell’uomo “sapiens” conta solo qualche millennio, e, dai poemi babilonesi a questo confuso presente, è pervasa da uguali desideri, paure, attese, pretese. Piangiamo e andiamo come Gigalmesch e come Ulisse. Questa idea del nuovo vale per le tecniche. L’originalità del pensiero e delle espressioni d’arte è una chimera. Come ben sapeva Leopardi, dopo Omero la poesia non ha detto né può dire cose nuove; può solo ripetersi sempre diversa e sempre uguale nei suoi fondamenti umani e terrestri. Esistono solo momenti diversi e mezzi diversi. L’anima e la mente continuano a cercarsi, a ripetersi altri richiami, altri conforti. La novità consiste nella irripetibilità di ogni singola persona che riesce ad esprimersi durevolmente ed efficacemente. I poeti, come i romanzieri di Forster, siedono tutti intorno alla stesso tavolo: Saffo e Catullo, Leopardi e Saba. Altrimenti perché continueremmo a leggerli, perché continuerebbero a parlarci?

Ha più voglia di discutere di poesia con poeti affermati oppure con i giovani poeti alle prime armi?

Sono disposto, e lo provo di continuo, a discutere con chiunque sia disposto a sua volta a discutere. Spesso i più giovani, per difendersi, peccano in presunzione. Spesso gli affermati si trincerano dietro una discutibile sicurezza. E un discorso approda a qualche risultato solo avanzando nei discorsi reciproci. Va anche detto che si parla sempre meno di poesia. Molto più spesso si parla di come situare i propri scritti e delle difficoltà di raggiungere quel che chiamiamo ancora “notorietà” e “fama”.

Lei è direttore della Rivista “Poeti e poesia” dunque ha modo più di altri poeti contemporanei di seguire le alterne vicende della poesia nei nostri giorni travagliati. Come si pone la poesia oggi rispetto alle problematiche sociali, si può parlare di poesia impegnata, l’auscultazione della società è presente nella poesia contemporanea?

Sono al quindicesimo numero della rivista ed è un quadrimestrale. Finora ho pubblicato oltre un centinaio di poeti italiani, notissimi e ignoti, d’età avanzata o poco più che ventenni. Oltre a circa cinquanta poeti stranieri e ad altrettanti saggi sulla poesia contemporanea. Pubblico quel che ritengo sia il frutto di un vero lavoro nella poesia: impasto di forma e di sostanza, di mondo cercato e interrogato e di pensiero che discende nell’esistenza e la riflette e l’accoglie. Le tensioni e le “tendenze” possono essere diverse in ognuno degli autori pubblicati, ma la spinta in ciascuno si rivela necessaria. Certo che la società è presente in questi scritti, ma come deve esserlo nella poesia: ascoltata ben oltre l’apparire, nel suo essere insieme disperata e innamorata, atterrita da minacce di distruzione e di morte e nascostamente aperta alla speranza. La verità cercata instancabilmente e portata in un altrove di parole scritte per durare è la verità difficile e affaticante della società in cui viviamo.

I giovani come vivono oggi il rapporto con la propria psiche, il famoso “io più profondo” è ancora l’interlocutore dei giovani, almeno in poesia? Ed ancora quanti giovani oggi si interessano di poesia?

Il rapporto con l’anima? Non è mai stato così fitto e così confuso? La modernità ha moltiplicato gli sconcerti, ha decuplicato le incertezze e le domande. Dunque se in molti fuggono nell’apparenza, nello svago, nella “vacanza”, che è tutt’altro che farsi vuoti – condizione utilissima per crescere – tutti si rivelano inquieti. E troppi scrivono versi, che spacciano per poesia. Tutti leggono pochissimo e spasimano per essere letti, per avere una certificazione di esistenza. Rivelando fragilità e inerzia. Ma, attenzione, non mancano i giovani e i giovanissimi che lavorano su se stessi, sul cercarsi e interrogarsi, prima affinando i propri strumenti di conoscenza. Non si esiste se non si sa da quale passato si discende, chi ci ha preceduti, che cosa è stato detto al meglio prima di noi. Cultura come coltivarsi, e dunque semenze, concimi, eccetera.

È notizia di questo periodo che i corsi di scrittura stanno avendo un notevole boom. È secondo lei un’esigenza di comunicazione oppure il desiderio di emulare gli scrittori di successo. Cioè sta venendo fuori una nuova vanità, ognuno vuole il suo bel libro pubblicato poggiato sul salottino a casa con le firme degli amici, oppure la scrittura diventa passaggio di una catena di socializzazione che dell’arte letteraria fa il collante? Oppure è veramente il bisogno di esprimersi oltre le mura domestiche del diario?

Non credo nei corsi di scrittura. Sarei molto più propenso a corsi di lettura. Insegnare a leggere, a vedere oltre le parole, a educare i sentimenti, a estendere la visione. Quanto all’esplosione di laboratori di scrittura, di sicuro nasce da un bisogno profondo di esistere al di là della chiacchiera, ma in gran parte questo bisogno si risolve in un esercizio di piccola vanità. Presto sarà una moltitudine ad avere in casa un proprio libro stampato e sarà ancora più difficile salvarsi dal caos librario. Ma confido nel gusto di una minoranza che va crescendo di numero e che continuerà a sapere discernere il grano dalla gramigna. Il gusto per la letteratura si forma leggendo quel che ci viene da secoli di poesia e che fa da misura e da confronto.

Internet, la navigazione, i nuovi mezzi di comunicazione sono uno stimolo alla scrittura oppure sono la fine del bello scrivere e l’avanzata di uno stupidario che presto invaderà le nostre esistenze?

La macchina da scrivere non mutò la letteratura, ne mutò e soltanto in alcuni casi la stesura. Chi è dotato e si è dotato scriverà bene anche con il computer e si servirà al meglio di internet. La “navigazione” può favorire la preparazione e la ricerca, non altro. Lo stupidario invaderà le vite già invase e trattenute dalla stupidità. Certo sarà più difficile difendersi dalla valanga delle improvvisazioni e delle scemenze. Ma passerà anche questo, verranno altre invenzioni. E alla fine confido nella crescita generale: la consuetudine con certi mezzi affina. Ma perché mente e anima crescano occorrerà un lungo tempo e molta fatica. Non cesso di sperare nel meglio.

****

Elio Pecora è nato a Sant’Arsenio (SA) nel 1936. Vive a Roma.

E’ autore di raccolte di poesie, racconti, romanzi, saggi critici, testi per il teatro. I suoi libri di poesia: La chiave di vetro (Bologna, Cappelli 1970); Motivetto (Roma,Spada 1978); L’occhio corto (Roma, Studio S. 1985; Interludio (Roma, Empiria 1987 e 1990; Dediche e bagatelle (Roma, Rossi & Spera 1990); Poesie 1975-1995 (Roma, Empiria 1997 e 1998; Per altre misure (Genova, San Marco dei Giustiniani 2001).

I suoi libri di prosa: Estate, ed. Bompiani 1981; Sandro Penna: una biografia, ed.Frassinelli 1984 e 1990; I triambuli, ed.Pellicano 1985; La ragazza col vestito di legno e altre fiabe italiane, ed. Frassinelli 1992; L’occhio corto, ed. Il Girasole 1995.

I testi per il teatro rappresentati: Alcesti ,1984 Roma Teatro SpazioUno, regia di Enrico Job; Pitagora, (edito nei Quaderni del Comune, Crotone 1987), Crotone, regia di Luisa Mariani; Prima di cena, (Premio IDI 1987, in “Sipario”, 474, gennaio-febbraio 1988), Roma Teatro Belli, regia di Lorenzo Salveti; Nell’altra stanza,1989 (in “Ridotto” 7-8,agosto-settembre 1989), Roma Teatro Due, regia di Marco Lucchesi; Il cappello con la peonia, 1990, Roma Teatro Due, regia di Marco Lucchesi; A metà della notte, Todi Festival 1992, regia di Maria Assunta Calvisi, edito da l’Obliquo, Brescia 1990; Trittico, Roma Teatro Due, regia di Marco Lucchesi, 1995.

Le radiocommedie trasmesse: Il giardino, RadioTre il 21 luglio 1996; Il segreto di Lucio, RadioTre il 19 ottobre 1997.

Ha curato : Sandro Penna Confuso sogno ed. Garzanti 1980; Antologia della poesia del Novecento, ed. Newton Compton 1990; Sandro Penna poeta a Roma, ed. Electa 1997; Diapason di voci (quarantadue poeti per Sandro Penna) ed.Il Girasole 1997.

Ha collaborato come critico letterario a: Il Mattino, La Repubblica- Mercurio, Reporter, La Voce Repubblicana, La Stampa-Tuttolibri, Il Tempo Illustrato, L’Espresso, Wimbledon, La Rivista dei Libri, Belfagor, Avvenimenti, Radio Due, Radio Tre, etc.

Ha pubblicato prose e poesie in : Nuovi Argomenti, Ulisse, Belfagor, Tempo Presente, Galleria, Anterem, Salvo Imprevisti, Discorso Diretto, Lettere Romane, La Clessidra, Pandora, Lunario Nuovo, Mondoperaio, Malavoglia, Lengua, Poesia , Kamen etc.

Fra il 1978 e il 1999 ha curato, a Roma, a Perugia, a Terni, a Comiso, e in diverse altre località, numerosi incontri di poesia in teatri, gallerie, biblioteche, librerie ai quali hanno partecipato poeti di diverse generazioni (da Sinisgalli a Bassani, da Scialoja a Bemporad, da Giuliani ad Arbasino, da Amelia Rosselli a Bellezza, da Raboni a Magrelli).

Nei primi anni Ottanta s’è occupato , con Maria Luisa Spaziani, delle attività pubbliche del Centro Montale, chiamando a Roma, nel Teatro dei Dioscuri e nel Teatro Flaiano,fra gli altri Luzi, Raboni, Dolci, Caproni.Ha presentato lungo un trentennio alcune centinaia di romanzi e raccolte di poesia , presenti gli autori più diversi ( da Siciliano alla Sanvitale, da Bufalino a Maraini, da Moravia a Bertolucci, da Golino a Kezich).

Ha curato a Roma per l’ENAP (Ente Nazionale Assistenza Scrittori, Musicisti, Scrittori) due rassegne di poesia, nel teatro Delle Arti e nel teatro Euclide, alle quali hanno partecipato fra gli altri Giudici, Erba, Cucchi, Loi, Lamarque, Insana, Ruffilli.

Per l’Associazione Dario Bellezza ha curato una rassegna della poesia giovane contemporanea alla quale hanno partecipato diciotto poeti, da Edoardo Albinati ad Antonio Riccardi. Ha curato e cura laboratori di scrittura di prosa e di poesia in numerose scuole di vario ordine e grado a Roma e in altre città.

Ha curato a Perugia nel 1990 e a Roma nel 1997, per gli Assessorati alla Cultura delle due città, mostre di autografi e documenti vari su Sandro Penna, poi raccolti in volume dall’Electa in due successive edizioni.

Ha curato per la RAI (Dipartimento Scuola ed Educazione, Radio per gli Stranieri, Radio 2 e Radio 3), oltre ad almeno cento recensioni di volumi di prosa e di poesia, oltre a svariate partecipazioni a tavole rotonde, numerosi programmi fra i quali: Un libro, una regione (in venti puntate); Il Sud nella letteratura contemporanea (otto puntate); Le fiabe italiane nelle raccolte dell”800 (venti puntate); Scrittori dimenticati o trascurati del Novecento Italiano ( quattordici puntate); I poeti e il sogno (dieci puntate); I poeti e il mattino (dieci puntate); Scienza e letteratura ( quattordici puntate); Le città e la musica (quattordici puntate).

mercoledì 13 febbraio 2013

L'Ospite d'Onore di questo mese

IL MIO ULTIMO LIBRO



Anna Manna - Una Città un Racconto - NemaPress 2012

Intervento di Anna Manna

L’intervento di Anna Manna alla 13°Edizione del Viaggio tra le vie dell’Arte di Vera Ambra
 
 
Da dieci anni siamo un’avanguardia!
                                                  
"
In una società che troppe volte mostra il vuoto sentimentale e la pochezza
delle emozioni valide, si delinea-
 ha spiegato Anna Manna presidente del
premio Le rosse pergamene– la necessità di una vera e propria educazione al
sentimento." Così il premio Le rosse pergamene in questi  ultimi dieci anni ha
voluto porsi  porsi come un veicolo verso la cultura dell’amore e della
solidarietà. E per questo ha aderito con slancio alla campagna di Educazione
sentimentale lanciata da Vera Ambra nell'ambito dell'alienismo.”
Sono qui
insieme a tanti artisti di buona volontà
- continua Anna Manna -
per
riaffermare il valore dell'uomo e del suo sentire , per tentare di rimettere
l'uomo al centro del vivere umano in un dialogo , in un confronto ed in uno
scambio paritario con la tecnologia e tutte le altre peculiarità della società
moderna.
Quando nel lontano 2002 nacque il Premio Le rosse pergamene molti pensarono si
trattasse di un Revival di
tempi antichi, quasi uno sguardo nostalgico verso il '900 . Ed invece oggi ci
rendiamo conto che si trattava di un'AVANGUARDIA. A poco a poco fu chiaro  che
in molti ambienti artistici si provava lo stesso disagio per una
letteratura che aveva  stravolto il Realismo in una  adesione totale alle
espressioni sguaiate di una società che ha prodotto troppi esempi di sconcezza
letteraria e non.
Quando è nata la prima volta l'idea del Manifesto ?
 Mi piace ricordare che nell'estate del 2011 a
Spoleto durante la stagione magnifica del Festival di Spoleto lanciai l'idea ,
per la prima volta, di un Manifesto dei Neoromantici.L'annuncio è pubblicato
"su
www.spoletocity.com  e riporta anche le parole del Prof.Gilberto Mazzoleni
che in un incontro romano all'università di Roma aveva espresso le stesse
idee."
Siamo andati a scovare su www.spoletocity.com quel primo timido annuncio e ci
piace riportare la parole di Gilberto Mazzoleni perchè sintetizzano bene il
concetto :"“
Nella palude sguaiata e volgare della società odierna, nella fredda
età della comunicazione telematica, potrebbe affiorare il miracolo della poesia
romantica e trovare nuovi consensi. “
Come è nato però concretamente il Manifesto dopo la prima idea lanciata a
Spoleto”
 La leggenda del Manifesto
di Anna Manna
"E’ cominciata così, in una giornata di pioggia primaverile davanti a tre
tazzine di caffè bollente. Con Elio Pecora a mia sorella Elisa , un pochino
infreddoliti, un pochino delusi dalle cose del mondo, un pochino arrabbiati
perché ci sentivamo soli a parlare di poesia ed educazione in mezzo ad un mondo
che non voleva saperne più di poesia e di sentimenti, e di educazione. Mi
ricordo che c’era un cartoccio di carta ruvida per terra fuori al bar, ed il
vento lo faceva grignare ogni tanto, un lamento, un rumore fastidioso e
ricorrente che neanche il caffè bollente riusciva a far dimenticare. Pioveva,,
il bar era freddo. Elio mi guarda dritto negli occhi e mi dice :”Anna ma non
puoi parlare di neoromanticismo in un mondo che va a rotoli . Non ti
sentiranno, non hanno orecchie per sentire”
Poi ci siamo salutati, dopo averci confessato senza neanche dircelo che era
meglio lasciare stare che non era il caso, che forse non c’era neanche più la
poesia. Ma quel cartoccio continuava in un lamento fastidioso tra la pioggia ed
il vento e quel lamento di carta mi feriva l’anima.

A casa ripensavo al nostro incontro, quelle poche parole con il grande Elio
diventarono una bellissima intervista che ha invaso internet. E già questa cosa
mi placò. Elio lanciò nell’etere queste parole magiche : poesia come educazione
al sentimento. Cominciò così, senza nessuna intenzione di fare un Manifesto,
neanche un volantino, neanche una cartuccella. Sai quelle piccolissime cartucce
dove appunti le cose importanti che ti conservi stropicciate nel cappotto
bagnato? Poi le riponi in borsa sperando che si asciughino, ma loro niente, e
così le butti via, mezze sgualcite e bagnate. Senza che si possa leggere più
niente.
Le Nugae dell’esistenza io le chiamo così, perché sono cose da niente eppure
te le ritrovi in mano quando è ora. Così mi sono ritrovata in mano quegli
appunti presi
con il grande poeta , Elio, e la sociologa dell’umanesimo come chiamo mia
sorella
Elisa, responsabile cultura al
Censis.Ho letto di sfuggita ma ho letto con chiarezza la delusione e la voglia di
rivalsa, la tristezza per il mondo che scivola verso il basso e la barbarie e
dall’altra parte quella freschezza nonostante tutto di sensazioni ed emozioni
che solo un artista ed uno studioso possono comunicarsi con uno sguardo. Ed in
mezzo io , una poeta per
ripicca al dolore – prima della morte di mio padre non me ne fregava niente di
essere poeta – una donna innamorata della vita e delle emozioni belle e vitali.
Dell’arte per esempio, con tanti amici artisti. E tra loro, Daniela Fabrizi,
una che la poesia la mangia tutti i giorni da che è nata. Insieme a lei abbiamo
cominciato a
scrivere un libro, poi un percorso artistico e poi un viaggio nella poesia,
che scoprivamo essere tra noi e le nostre cose di tutti giorni.
 Ma era
sgualcita, calpestata dalle volgarità del mondo, negata dalle meschinità, da
sguaiate espressioni di niente. Abbiamo cominciato a soffrire, poi a comunicare
anche ad altri questa sofferenza. Poi abbiamo cercato i giovani, poi i numeri,
le statistiche.
Così ci siamo incamminate nelle note drammatiche del femminicidio sui
giornali, 
i racconti del disagio giovanile, del disagio degli anziani. Questa umanità
senza emozioni umane, senza racconti dell’animo, solo numeri, solo sofferenza,
solo ferite.
Quella cartucella bagnata dentro la tasca del mio cappotto è diventata un
lunghissima pergamena dove scrivere le poesie mie, quelle di Daniela, quelle di
tutti i poeti che si sentono trapassati dal dolore per questa società senz ’anima.
E ci siamo dette che era ora di muoversi, è iniziato un movimento dentro di noi.
Quel movimento è stato compresso per circa un anno poi è esploso domenica
mattina 3 febbraio alla Casa delle Regioni, dove ho presentato il mio libro di
racconti*. In una mattina piena di sole, in una sala piena di gente venuta da
tutta Italia. Gente particolare, tutti artisti! Dicono che il mio libro sia
un pochino magico, fiabesco, stregonesco, che ti racconta l’Italia in punta di
cuore rosso come ha scritto la Fabrizi. E che ti abbraccia senza lasciarti il
fiato per parlare, per tornare indietro. E che la poesia ti cattura, ti
sorprende, ti stordisce come ha scritto Gilberto Mazzoleni, poeta ed
antropologo. Tutto questo è stata una miscela esplosiva. Accanto a noi sul
tavolo Vera Ambra, che ha organizzato le manifestazioni del Viaggio tra le vie 
dell’arte che mi ha ospitata per la presentazione del libro. Una siciliana
vigorosa, piena di speranza. Le nostre parole sul tavolo rimbalzavano,
prendevano fuoco come una improvvisa eruzione dell’Etna. Quel fuoco, lo sguardo
sorpreso dell’antropologo, la gioia che vedevo negli occhi di Daniela perché
aveva capito che eravamo pronte, ebbene tutto questo e tanto altro ancora, che
però fa parte delle mie emozioni più profonde, mi hanno messo le ali. Ho
annunciato il Manifesto dei Neoromantici per un nuovo Umanesimo. Daniela ha
letto l’Empito lirico che aveva scritto da qualche giorno. Vera ci ha stretto
le mani , ci ha baciate. Neria de Giovanni, presidente
dell’Associazione
Internazionale dei Critici letterari
, dalla prima fila di posti ha annuito. E
l’applauso di tutti, caloroso, scrosciante, immediato ha detto sì.

Anna Manna

lunedì 11 febbraio 2013

Benvenuti!!!

BENVENUTI
Anna Manna
Anna Manna ha appena aperto il suo nuovo blog e presto verranno inseriti i primi Articoli.
Saluti a Tutti                            


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